Sarà stata la concomitanza di lunedì e di ‘giorno dopo ferragosto’, sarà stato che era il mio compleanno, sarà che Reggio non è mai stata particolarmente vivace d’estate, ma iera sera per trovare un ristorante ed un pub aperti abbiamo dovuto girare come dei disgraziati, telefonicamente per il ristorante e un po’ più materialmente per il pub.
La situazione di calma piatta era quasi irreale; nel momento in cui incontravi qualcuno per strada o ti imbattevi in un locale aperto sembrava quasi che stonasse con l’ambiente circostante, che lo stato naturale della città fosse il silenzio privo di luci dei vicoli e delle case e non il vociare allegro delle persone sotto le lampade.
Anche all’unico pub aperto che abbiamo trovato, nei tavolini all’esterno, colpiva di più il mezzo silenzio e tono soffocato degli avventori rispetto al clamore allegro che avrebbe dovuto provenire da loro.
La città d’estate rifugge la gente. La gente lo sa e lo teme.