Have you ever slept beside the ocean?

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Nel giro di quattro giorni ho ricevuto Spirit, Brilliant Midnight 2.0 e la demo del prossimo album di Caroline Lavelle.

Col primo rientro nel mondo della legalità; ringraziate la Warner che non lo stampa più.

Col secondo ho finalmente operato il confronto tra l’album pubblicato dalla Sony e quello che invece era nella mente dell’autrice; i nuovi mix e l’ordine sconvolto dalla playlist suonano talvolta strani all’orecchio di chi ha suonato l’edizione originale sino allo sfinimento, ma si sente di più la mano in prima persona della Lavelle, affossata in Spirit dall’estro elettronico di William Orbit e in BM dai dictat della casa discografica. Le tracce extra si integrano molto bene con il resto dell’album; “Home of the whale”, nella terza versione della Lavelle, continua a stupire e viene voglia di premere il tasto “loop” e mandarla avanti per ore ed ore.

La demo dell’album è una bestia strana e che merita una considerazioncina a parte. Chi si aspetta i vibrati profondissimi di violoncello di Brilliant Midnight o l’elettronica Orbitiana di Spirit forse rimarrà deluso, perché questo album -almeno le 7 tracce della preview- sparano completamente in un’altra direzione. Eppure, al di là di ogni dubbio, è un Lavelle 100%.
“Gently Johnny”, “Banks of the Nile” e “Greenwood laddie” sono tre tracce tradizionali che la Lavelle trasforma con il suo tocco; la prima in particolare è travolta da violini ed esercizi vocali che ben si adattano agli aggettivi luscious, sensuale, lussurioso. Per chi si lamenta delle canzoni sconce di oggigiorno, ragazzi, leggetevi il testo di questa: pura poesia erotica di 800 anni fa.
Innocence sleeping” fa tornare il poeta Brian Patten tra i parolieri di Caroline, dopo la bellissima Sleep Now di Spirit, sempre adattata da una poesia dell’autore.
“So uncool” è la classica traccia di cui ti scordi il nome, le parole, la musica, ti scordi persino che c’è sull’album, ma all’ascolto successivo ti ricordi solo che è bellissima; testo, musica e voce scivolano sull’onda di un equilibrio perfetto.
“No more words” è una bellissima ballata dall’aria folk-celtica, uno dei pezzi più trascinanti della Lavelle, ed è difficile resistere alla tentazione di mettersi a ballare durante l’ascolto.
Termina la demo “Too late”, un pezzo delicato e intenso.
Che dire? Mi sa che mi ridurrò ad acquistare più copie dell’album completo solo per poterle regalare in giro…