Moonbeam

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Nel 1969 una rivista messicana chiese a Borges un testo sullo sbarco sulla Luna. Si dice che abbia inviato un sonetto (ma c’è chi mette in discussione l’attribuzione e pensa piuttosto a una beffa).
La riportiamo comunque, a mo’ di curiosità nell’originale, con una versione in prosa

Moonbeam

Ariosto la soñó. También Cyrano.
Y con Verne y con Wells sus arenales
abandonaron mapas y manuales
para adentrarse en el afán humano.
Yo la he visto en Palermo y el lejano
mar de reflejos sobrenaturales.
Gallina de los campos celestiales,
dijo Gracián en rudo castellano.
Quien la mira la ve por vez primera.
Algún secreto horrible hay en la luna:
causa un horror sagrado que se aúna
a su cara de sombra verdadera.
Alta la dejo en su épico universo
y casi no tocada por mi verso.

Ariosto la sognò. Anche Cyrano. E con Verne e Wells le sue sabbie abbandonarono mappe e manuali per addentrarsi nell’inquietudine umana. Io l’ho vista a Palermo*, e il lontano mare di riflessi soprannaturali. Gallina dei campi celestiali, disse Gracián** in rude castigliano. Chi la guarda la vede per la prima volta. C’è qualche orribile segreto nella luna: provoca un orrore sacro che aderisce alla sua faccia di vera ombra. La lascio lassù in alto nel suo epico universo, quasi non toccata dal mio verso.

* Nome di un quartiere di Buenos Aires.
** Baltasar Gracían, scrittore spagnolo del Seicento.

(da Delos53)